Titoli edilizi: i presupposti necessari per l’annullamento in autotutela

legittimazione del promissario acquirente

Il Consiglio di Stato è tornato recentemente (sentenza n. 4353 del 2 maggio 2023) su di una questione di stretta attualità che non pare destinata ad abbandonare le aule di giustizia amministrativa.

SI sta parlando della legittimità dell’annullamento in autotutela di un titolo edilizio a distanza (rilevante) di tempo dal suo rilascio.

La vicenda

Nel caso di specie i ricorrenti avevano acquistato un immobile rispetto al quale i danti causa avevano chiesto e ottenuto anni addietro l’accesso ad un condono edilizio.

Dopo ben quindici anni il Comune avviava il procedimento di annullamento d’ufficio dei precedenti provvedimenti di condono poiché secondo il dirigente comunale, nel corso di alcune verifiche documentali sarebbe emerso una consistenza del fabbricato “nettamente diversa e inferiore a quanto riportato nei grafici di completamento allegati alle istanze di cui sopra”. Ciò avrebbe determinato il rilascio del condono, privo del presupposto di legittimità con la conseguenza “che le pratiche di completamento hanno portato, di fatto, alla realizzazione di un organismo edilizio totalmente diverso da quanto esistente alla data di presentazione delle istanze di condono e pertanto da considerarsi sine titulo”.

A fronte di tale iniziativa i ricorrenti avevano chiesto l’accesso ai documenti e hanno riscontrato che non vi era più traccia, negli archivi del Comune, dei fascicoli allegati alle tre concessioni in sanatoria.

 Al ritiro della sanatoria faceva seguito l’odierno di demolizione che il privato impugnava innanzi al Tar il quale però respingeva il ricorso.

Si arrivava così innanzi al Consiglio di Stato

La sentenza

Il Consiglio di Stato richiamando i suoi precedenti ha annullato la sentenza di primo grado affermando che: “i provvedimenti di annullamento in autotutela sono attratti all’alveo normativo dell’art. 21-nonies l. n. 241/1990 il quale ha riconfigurato il relativo potere attribuendo all’Amministrazione un coefficiente di discrezionalità che si esprime attraverso la valutazione dell’interesse pubblico in comparazione con l’affidamento del destinatario dell’atto. In materia i presupposti dell’esercizio del potere di annullamento d’ufficio dei titoli edilizi sono costituiti dall’originaria illegittimità del provvedimento e dall’interesse pubblico concreto ed attuale alla sua rimozione (diverso dal mero ripristino della legalità violata), tenendo anche conto delle posizioni giuridiche soggettive consolidate in capo ai destinatari. L’esercizio del potere di autotutela è, dunque, anche in materia di governo del territorio, espressione di una rilevante discrezionalità che non esime l’Amministrazione dal dare conto, sia pure sinteticamente, della sussistenza dei menzionati presupposti. In particolare, il potere di autotutela deve essere esercitato dalla P.A. entro un termine ragionevole, tanto più quando il privato, in ragione del tempo trascorso, ha riposto, con la realizzazione del progetto, un ragionevole affidamento sulla regolarità dell’autorizzazione edilizia

L’annullamento del condono e la conseguente ordinanza di demolizione sono stati quindi dichiarati illegittimi.

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